Un nuovo invito alla sobrietà da parte di papa Francesco che oggi si è rivolto ai 240 vescovi riuniti nell’aula del Sinodo in Vaticano per l’apertura dei lavori dell’assemblea della Cei che dovrà discutere la riforma clericale. “Nella vostra riflessione sul rinnovamento del clero – ha detto Bergoglio –
rientra anche il capitolo che riguarda la gestione delle strutture e dei beni: in una visione evangelica, evitate di appesantirvi in una pastorale di conservazione, che ostacola l’apertura alla perenne novità dello Spirito. Mantenete soltanto ciò che può servire per l’esperienza di fede e di carità del popolo di Dio”, ha detto il pontefice nell’intervento che arriva proprio nei giorni dell’approvazione dei conti dell’8X1000 e dopo una serie di scandali che hanno scosso la Chiesa.
“Nella vostra riflessione sul rinnovamento del clero rientra anche il capitolo che riguarda lagestione delle strutture e dei beni economici: in una visione evangelica, evitate di appesantirvi in una pastorale di conservazione, che ostacola l’apertura alla perenne novità dello Spirito. Mantenete soltanto ciò che può servire per l’esperienza di fede e di carità del popolo di Dio”, ha detto Bergoglio citando come esempio di sobrietà la figura dom Helder Camara, il vescovo che guidò la chiesa brasiliana di Recife dal tra gli anni ‘6o e gli anni ’80 e morì povero nel 1999.
Il pontefice ha poi parlato della figura del sacerdote che “non è un burocrate o un anonimo funzionario dell’istituzione; non è consacrato a un ruolo impiegatizio, né è mosso dai criteri dell’efficienza. Sa che l’amore è tutto. Non cerca assicurazioni terrene o titoli onorifici, che portano a confidare nell’uomo; nel ministero per sé non domanda nulla che vada oltre il reale bisogno, né è preoccupato di legare a sé le persone che gli sono affidate. Il suo stile di vita semplice ed essenziale, sempre disponibile, lo presenta credibile agli occhi della gente e lo avvicina agli umili, in una carità pastorale che fa liberi e solidali. Servo della vita, cammina con il cuore e il passo dei poveri; è reso ricco dalla loro frequentazione. È un uomo di pace e di riconciliazione, un segno e uno strumento della tenerezza di Dio, attento a diffondere il bene con la stessa passione con cui altri curano i loro interessi”.
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