giovedì 9 giugno 2016

Il pesce che riconosce i volti umani

Un pesce tropicale conosciuto per le sue abilità da "cecchino" ha dimostrato di saper distinguere con grande accuratezza i volti umani, pur non avendo la neocorteccia, la parte evolutivamente più recente della corteccia cerebrale, deputata alle elaborazioni cognitive più complesse, che permette ai primati e ad altri
animali "intelligenti" di riconoscere le facce familiari.
PISTOLE AD ACQUA. La creatura "prodigio" è una specie di pesce arciere (Toxotes chatareus) dalle spiccate abilità visive, diffusa nelle acque dolci e salmastre di Sudest asiatico e Australia. Gli archerfish cacciano insetti sputando getti d'acqua in aria, e facendo ricadere le prede a portata di fauci.

LO VEDI? SPARA! Un gruppo di zoologi dell'Università di Oxford ha insegnato a 8 di questi pesci a sputare non a un insetto, ma a uno di due volti umani mostrati su uno schermo sospeso sopra a un acquario. Quando miravano alla faccia giusta, i pesci ricevevano in cambio del cibo.

A quel punto, il volto noto è stato mischiato tra 44 facce nuove: i pesci hanno sparato al viso familiare in più dell'80% dei casi, anche quando, per rendere la prova più difficile, sono state proposte foto in bianco e nero, o volti con una forma molto standardizzata.

UN DONO A SORPRESA. Alcuni pesci hanno imparato a distinguere la faccia incriminata al primo colpo; altri hanno richiesto un training più lungo. Ma le percentuali di successo sono notevoli e soprattutto, è la prima volta che un pesce dimostra una simile abilità.

Saper riconoscere un volto umano non è un'abilità da poco: in fondo, le nostre facce hanno tutte una simile conformazione, con due occhi sopra a un naso e a una bocca, e si pensava che solo forme di intelligenza superiore potessero notare le sfumature.

DALL'ACQUA AI CIELI. A quanto pare, invece, anche un vertebrato privo di neocorteccia può avere doti visive estremamente sviluppate, e per riconoscere un viso non serve un cervello complesso. Il nostro si è specializzato in questo senso per processare un gran numero di volti anche nelle condizioni più difficili.

Prima d'ora, anche alcune specie di uccelli avevano dimostrato di distinguere le facce umane: questi volatili però, possiedono una struttura cerebrale simile alla neocorteccia.

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