venerdì 10 giugno 2016

OGM: il pericolo è nel piatto

Il controllo totale, anche su ciò che mangiamo, è cosa assai ambita da chi specula sull’essere umano. L’ultima frontiera in questo senso sono gli OGM, ovvero gli organismi geneticamente modificati. Un organismo geneticamente modificato è un essere vivente che possiede un patrimonio genetico modificato tramite tecniche di ingegneria genetica, che consentono l’aggiunta, l’eliminazione o la modifica di elementi genici ad esso estranei. In buona sostanza, prodotti ideati dalla tecnologia dell’uomo e non dalla sapienza della natura. Il settore alimentare, come ormai tutti sanno, è in mano a un manipolo
di multinazionali che, lo ripeto per chi è ancora certo che queste abbiano scopi filantropici, sono aziende e in quanto tali vivono e prosperano traendo un profitto
da quello che inventano e producono. Fanno questo solamente per business e senza un’etica legata al benessere della collettività, propinando ai loro lobotomizzati consumatori quello che ritengono giusto, senza chiedere e senza badare troppo alle conseguenze, poiché il loro potere gli consente di annichilire qualsiasi contestazione o di contenere il clamore di un eventuale scandalo. I danni che producono all’ambiente e alle persone in genere si sviluppano nel lungo periodo e per questo non è sempre facile ricondurli ai reali responsabili. Procedono astutamente a piccoli passi e non temono sconfitte poiché sanno bene che l’opinione pubblica si può corrompere facilmente con operazioni che tutto sommato non intaccherebbero gli introiti derivati dalle loro operazioni commerciali.
Sebbene la scienza non sia ancora arrivata ad un risultato unanime e ufficiale sui potenziali pericoli derivati dal consumo di OGM, è davvero facile comprendere come il trasferimento di geni da una specie all’altra (elemento fondante della tecnologia transgenica) possa generare un processo irreversibile e incontrollabile di mutazioni genetiche che stravolgerebbero ciò che la natura ha meticolosamente e sensatamente creato in svariati milioni di anni. Inoltre, essendo le sementi OGM un prodotto coperto da brevetto (si ricorda che con gli elementi naturali questo non è possibile), chi le acquista, è costretto a sottostare agli obblighi dell’azienda che le produce alimentando così un circolo vizioso che lo renderebbe schiavo. Per quanto riguarda la salute dei consumatori invece, la notizia che alcuni studi come quello del francese Gilles-Eric Séralini sui prodotti Monsanto o del russo Alexei Surov abbiano già segnalato effetti nocivi sulle cellule e i sistemi immunitari di animali ed esseri umani, è piuttosto preoccupante.
Tuttavia, secondo i dati dell’ISAAA, dal 1996 al 2012 nel mondo le superfici coltivate a OGM sono passate da 1,7 a 180 milioni di ettari di cui l’85% si trova nel continente Americano (il 76% tra U.S.A, Argentina e Brasile) mentre in Europa solo 5 paesi li coltivano tra cui la Spagna che spicca per il 90% della superficie totale adibita alle coltivazioni biotech. Questo è un segnale forte che ci conferma che, indipendentemente dal consenso dei consumatori e dai test sulla tossicità, il mercato è stato ampiamente conquistato.
World_map_GMO_production_2005
Alcuni paesi non sono ancora tenuti a indicare sugli alimenti la presenza di OGM mentre in Italia la direttiva europea ammette la non indicazione in etichetta al di sotto delle quantità per ingrediente dello 0,09%, senza considerare che non sapremo mai quanti ne finiscono nei mangimi di cui si cibano gli animali d’allevamento. A prescindere dalle perplessità in fatto di salute e delle pressioni che le multinazionali esercitano per inserire questi veleni nella piramide alimentare, analizziamo ora le principali credenze diffuse che riguardano gli OGM, tanto per mettere le cose in chiaro:
1. Gli OGM sono una soluzione ai problemi della fame nel mondo e dell’incremento della popolazione.
Di primo acchito potrebbe sembrare vero, dato che una coltura che può crescere anche in situazioni avverse permetterebbe di “innestarla” in qualsiasi luogo, compresi i paesi poveri. Ciononostante, gli OGM esistono da oltre un decennio e non hanno minimamente contribuito a risolvere il problema della fame che tuttora affligge circa 900 milioni di persone nel mondo dato che il problema in sé non è rappresentato dalla carenza di cibo bensì da un’errata (e voluta) distribuzione delle risorse. Si rammenta che il numero di persone obese è salito a 1,5 miliardi e 1/3 del cibo destinato al consumo umano viene comunque buttato nell’immondizia. Se il loro consumo venisse favorito, potrebbero al contrario risultare utili al fine di un decremento della popolazione.
2. Gli OGM sono sicuri per gli ecosistemi e non sono una minaccia per la biodiversità.
La biodiversità è invece minacciata dalla contaminazione, attraverso semi e pollini, delle piante selvatiche autoctone e gli ecosistemi dall’utilizzo di prodotti aggressivi associati alla coltivazione di OGM che provocano la moria di insetti e l’inquinamento delle acque. Come si è già verificato, gli insetti o le infestanti diventano nel tempo resistenti alle tossine transgeniche (tecnologia Bt – Bacillus thuringiensis) perciò si fa ricorso a pesticidi o a diserbanti specifici.
3. Gli OGM sono un vantaggio per la produttività.
Modificare geneticamente le piante rendendole resistenti ai parassiti o ad altri presunti effetti naturali disastrosi per garantirne la sopravvivenza con meno rischi per la produttività si è rivelata un’utopia. A provarlo sono le lamentele di molti agricoltori americani che dopo i primi anni hanno ottenuto dal raccolto rese sempre minori perdendo denaro e affrontando spese ingenti per l’esigenza di ricorrere a interventi chimici.
4. Gli OGM non danneggiano le economie locali.
Le sementi OGM sono brevetti di proprietà di multinazionali come Monsanto, Basf, Bayer, Syngenta, Du Pont, etc., che pertanto hanno il diritto di rivalersi su qualsiasi agricoltore che coltivi piante che anche accidentalmente sono state contaminate da materiale transgenico. Questo danneggerebbe economicamente anche chi fa dell’etica e della tutela della biodiversità una prerogativa fondamentale. Tra l’altro, in Sud America la soia OGM ha già in gran parte sostituito le tipiche colture locali e in India si sono già verificati numerosi suicidi tra i piccoli agricoltori che non riuscivano più a far fronte ai debiti.
5. Gli OGM sono l’avanguardia della ricerca.
La vera ricerca dovrebbe incentivare il miglioramento genetico e non l’arricchimento della cosiddetta seed industry che la sovvenziona. Per miglioramento genetico si intende l’incrocio fra individui della stessa specie e con le stesse funzioni mentre pertransgenico il trasferimento artificiale di geni e funzioni tra specie differenti. Mentre il primo processo è stato ampiamente sperimentato in agricoltura ed è una tecnologia che rispetta la natura e produce effetti che non vanno contro le sue leggi, il secondo porta a qualcosa di completamente nuovo che trasgredisce qualsiasi regola naturale.
Insomma, creare una proficua dipendenza, globalizzando l’alimentazione e compromettendo l’ecosistema e la genuinità del cibo, pare sia l’obiettivo primario di questi spietati leader che, quando si tratta dei loro interessi, non ammettono nessun intervento democratico nonostante sia emerso, da un’indagine promossa dalla Commissione Europea all’Agricoltura nel 2013, che il 90% delle persone è a favore del biologico e di prodotti OGM free. Abbiamo quotidianamente a che fare con amianti, metalli pesanti, solventi, diossine, fosfati, fitofarmaci, radiazioni, additivi alimentari, cibi raffinati e innumerevoli altre sostanze pericolose. Permettere che anche gli OGM entrino nella nostra vita, e quindi nel nostro corpo, potrebbe davvero essere il colpo di grazia!

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