L.U.C.A. “I semi del futuro”
Library music, cioè musica di servizio: quella che accompagnava documentari, sceneggiati, telegiornali e che negli anni settanta ha visto l’impiego di una disparata gamma di musicisti. Nella creazione di queste particolari sonorizzazioni spesso gli autori spaziavano tra i generi e
non lesinavano commistioni che potevano variare dal jazz all’elettronica, dal funk alla musica sperimentale, senza soluzione di continuità. È con questo approccio di larghe vedute che Francesco De Bellis, già membro dei Jollymusic, confeziona un disco , “I Semi del Futuro”, che è una suggestiva e multiforme colonna sonora di un passato che si proietta nel futuro. Ascoltare per credere.Alfio Antico “Antico”
Musica etnica del futuro. Custode di una tradizione secolare, Alfio Antico è lo sciamano del tamburo. Il suo suono arcaico, che riesce ad adattarsi alle avanguardie e alla musica pop, vive in questo disco attraverso la collaborazione con Colapesce e Mario Conte. Il risultato finale è un’opera ancestrale e ossessiva: quasi una psichedelia primordiale, capace di flirtare magnificamente con la forma canzone, come in questa Ninna Nanna del Caprone.
Pop X “Lesbianitj”
Collettivo musicale formatosi a Trento sotto la guida di Davide Panizza, Pop X è la musica commerciale del futuro, ma anche molto altro. Per coloro che non lo sopportano (molti) è semplicemente la fonte di demenziali motivetti abbinati a puerili musiche digitali; per chi lo adora (molti di più) è la forma più evoluta del pop italico, capace di metabolizzare qualsiasi imput per risputarlo fuori sotto forma di un suono abissale, poetico e divertente. Uno dei progetti italiani che riescono a rendere meglio alcune delle tante sfumature del nostro contemporaneo, Pop X è tante cose insieme, ed è sicuramente meno banale di quello che potrebbe apparire.
Rodion “Generator”
Dj e produttore romano di stanza a Berlino, Edoardo Cianfanelli, in arte Rodion, è un dj e produttore che mescola in questo suo “Genrator” il kraut, la psichedelia e la techno. Apprezzato quasi di più all’estero che da noi, dove è stato definito una specie di ibrido tra i Daft Punk precedenti a Get Lucky e i Röyksopp, il suo lavoro del 2016 spicca per essere una raccolta di potenti singoli che raggiungono il perfetto bilanciamento tra il calore degli strumenti reali e il richiamo di certa elettronica funkeggiante e dalle sfumature vintage.
Jolly Mare “Mechanics”
Dj e produttore leccese, Jolly Mare è uno di quelli ai quali l’etichetta italo-disco (sottogenere tutto italiano della disco music, sviluppatosi tra la fine degli anni settanta e quella degli ottanta) va stretto. Nonostante nel suo album ci sia posto per brani come Hotel Rivera, che non nascondo il proprio universo d’appartenenza, il suo modo di avere a che fare con il funk, l’elettronica e le suggestioni da library music è per certi versi unico e sorprendente.
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