iA tutti può capitare di sentirsi impantanati, bloccati in una situazione e incapaci di andare avanti. Il problema è che bloccati, quasi sempre, stiamo male, ma più cerchiamo di smuoverci più
ci mpantaniamo. La palude può prendere la forma di una relazione segnata da dolorosi tira e molla; di un posto di lavoro in cui non ci si sente valorizzati; di una famiglia litigiosa in cui nessuno ci ascolta. Ambiti diversi accumunati dalla tendenza a recitare ogni volta lo stesso copione: l’amante eternamente illusa, il seduttore seriale, l’amico disponibile e manipolato da tutti. A volte, pur riuscendo a liberarci da persone e situazioni dolorose, non facciamo altro che finire dalla padella alla brace, riproponendo altrove le dinamiche perverse da cui siamo fuggiti. Perché? Non si tratta di destino o di semplice sfortuna ma di una scelta consapevole fatta dalla nostra anima; è lei a spingerci nelle fauci del leone per insegnarci qualcosa che ci ostiniamo a trascurare, spesso per indurci a riconoscere una parte di noi che continuiamo a negare. La negazione, infatti, ci porta ad allontanare gli aspetti interiori che avremmo più bisogno di integrare, col risultato di ritrovarci ogni volta al punto di partenza, solo più frustrati e avviliti di prima. I problemi ci costringono a invertire la rotta
Potremmo quasi dire che trovarsi a ripercorrere la stessa strada più e più volte sia un’esigenza dell’anima. Ecco svelato il senso delle reiterazioni: indurci a uscire da quello stato di rinuncia e di apatia che impedisce di accedere agli stati più autentici dell’essere. L’aspetto paradossale di tanti disagi è che, nel darci da fare, scegliamo ogni volta la direzione sbagliata. Pensiamo di curare il sintomo e non vediamo la malattia. Nelle paludi esistenziali ci si comporta sempre allo stesso modo; pensano che il problema sia esterno, legato a quella persona, a quella relazione... E quanto più viviamo proiettati all’esterno, cercando cause e soluzioni a falsi problemi, tanto più ci condanniamo all’immobilità interiore, a ripetere lo stesso schema all’infinito. "Soffro perché lui non lascia la moglie. Perché scelgo sempre uomini sposati?". E se l’anima volesse far emergere il tuo lato indipendente? Se volesse dimostrarti che un rapporto stabile in realtà non ti interessa? Il punto non è combattere una tendenza naturale ma coglierne il senso.
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