C’è chi pensa che anche qui ci potrebbe essere qualche problema. Il motivo? Bello Figo è diventato uno degli idoli degli adolescenti con canzoni dove dominano frasi come “Vogliamo soldi o wi-fi”, “Io non faccio l’operaio, non mi sporco le mani in Italia.” “Io non pago afito“( letteralmente) oppure “Pasta con tonno”, “ Ce l’ho grosso”. Inutile dire che sono brani da milioni e milioni di visualizzazioni sul web. Ma la popolarità che lo ha fatto conoscere anche a chi non fa parte della cerchia del rap e dintorni (ma i puristi del genere mal lo spportano) è arrivata quando ha prodotto una canzone come “Referendum costituzionale” (a favore del Sì) e sopratttutto quando ha partecipato, litigando con Alessandra Mussolini, a una di quelle trasmissioni che puntano sull’urlo e sull’insulto, come “Dalla vostra parte” su Rete 4.E anche questa lite è diventata virale sulla rete, come la diatriba con un altro principe della rissa come Matteo Salvini.
Che tutto questo faccia parte di una furba operazione pubblicitaria o che si tratti di un semplice gioco , per lo meno kitsch, ai tanti fan poco o nulla importa. E ancora meno interessa il fatto che questo ragazzo abbia cominciato a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo grazie ad un personaggio come Andrea Diprè, il porno venditore d’arte. Forse chi lo prende maledettamente sul serio e lo immagina come un ideologo dovrebbe risentire alcune interviste (ad esempio a “Striscia la notizia”) in cui Bello Figo vuol fare prevalere solo l’aspetto goliardico della sua produzione: «Io non sono un profugo, sono un ragazzo normale, non sono arrivato in Italia con i barconi ma con l’aereo ». Dice di cantare per i migranti ma ci tiene a sottolineare: «Io scherzo sull’immigrazione. Finché non è vietato continuo a farlo. Lavoro su youtube da 5 anni finché faccio visualizzazioni, finché i mien fan mi seguono mi posso permettere tante cose». Quel che appare certo è che senza i social le produzioni musicali del presunto “maledetto” non avrebbero avuto così tanto rilievo.
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