Sulle fake news, le bufale che circolano sulla Rete, si è detto ormai di tutto. Quello che sembra chiaro è che per riuscire a contrastarle occorre conoscerle: non solo chi le pubblica online e perché, ma soprattutto come si diffondono.
Fino a oggi i sociologi e gli esperti di comunicazione hanno descritto la viralità – il termine non è casuale - di queste false informazioni adattando i modelli matematici utilizzati in medicina per modellizzare la diffusione delle malattie. Si tratta però di una semplificazione del fenomeno che non permette di comprenderne a pieno le meccaniche.
Per questo motivo un team di ricercatori del Laboratorio di Computational Social Science dell’Istituto IMT di Lucca ha deciso di andare a fondo della questione e mettere a punto un modello matematico dedicato alla circolazione delle informazioni online, sia quelle vere sia le bufale.
CORRENTI DI PENSIERO. Ciò che emerge dal loro lavoro è che la diffusione online delle notizie è estremamente prevedibile e sfrutta l’estrema polarizzazione di pensiero di quelle che sono vere e proprie tribù di utenti: gruppi in cui tutti la pensano allo stesso modo e nessuno è disposto ad ascoltare le ragioni degli altri.
La formazione di queste comunità è alimentata dall’estrema facilità con cui chiunque può pubblicare sulla Rete ogni tipo di informazione, indipendentemente dalla sua fondatezza.
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