“Come ci si sente a trattarmi come fai tu?”, è questo l’incipit, tetro e per nulla ben augurante, del brano che vent’anni prima dell’ideazione del Blue Monday (il giorno più triste dell’anno) celebrava il “lunedì blu”: una canzone nella quale è possibile leggere il tema della dipendenza dalle droghe, della violenza sul proprio partner, ma anche di una relazione sentimentale che sta crollando a pezzi.
I New Order, nati sulle ceneri dei Joy Division dopo il suicido di Ian Curtis, non hanno mai esplicitamente chiarito il senso della lirica del loro brano, vero e proprio “turning point” di una carriera, quella della band di Manchester, fatto di dischi importanti, che spesso hanno tracciato le coordinate sonore di un intero periodo storico. Con Blue Monday il gruppo riesce a trasportare le proprie sonorità cupe nel campo della musica ballabile, filtrandole attraverso l’elettronica dei Kraftwerk, ma senza l’intento disumanizzante che caratterizza la musica dei “freddi”tedeschi. Il risultato è qualcosa di rivoluzionario: sette minuti e mezzo che indicano come mischiare pop, dark, dance ed elettronica in un formato dal quale attingeranno a piene mani, fino ad oggi, esponenti di varie correnti musicali, dai Duran Duran ai Nine Inch Nails.
Nessun commento:
Posta un commento