venerdì 24 febbraio 2017

Pneumatici e vestiti sintetici inquinano il mare

Zuppe di plastica: sono gli agglomerati di plastiche varie che, finite in mare e trasportate dalle correnti, si ritrovano e si amalgamano tutte assieme nei punti dove le correnti convergono. Tra le tante plastiche che
vanno a formare questi habitat, micidiali per molte specie animali, ci sono anche le micro particelle rilasciate durante il lavaggio di capi di abbigliamento e dal rotolamento degli pneumatici lungo le strade: singolarmente invisibili e praticamente indistruttibili, trasportate dai venti e dalle piogge, queste particelle prima o poi finiscono in mare e dopo un altro viaggio più o meno lungo alimentano infine le zuppe di plastica. 
Lo studio degli infiniti rivoli che portano plastica in mare è dello IUCN, l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura, che ha esaminato i dati provenienti da sette regioni marine del pianeta per elaborare un modello che permetta di monitorare le principali sorgenti di 9,5 milioni di tonnellate di plastica che ogni anno finiscono negli oceani, con questo risultato:
una percentuale compresa tra il 15 e il 31 per cento proviene dall’abrasione di pneumatici e dal degrado di tessuti sintetici rilasciati durante il lavaggio.
GOMME, VESTITI E COSMETICI. La gomma sintetica costituisce circa il 60 per cento del corpo dei pneumatici. Inger Andersen, direttore generale dell’IUNC, ammette che «i risultati dello studio sono stati una sorpresa: queste microplastiche indistruttibili sono ciò i nostri veicoli lasciano sulle strade e che finisce nei fiumi e nei mari!

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