A ognuno di noi sarà capitato, almeno una volta, di avere un’ottima intuizione relativa a un cambiamento da fare, ma poi, presi dagli impegni, di dimenticarla e di agire come se non ci fosse mai stata. Questo fenomeno si chiama reset, cioè azzeramento o ritorno allo stato
precedente, e rappresenta un meccanismo fisiologico e naturale della mente. Ci sono però casi in cui la tendenza al reset influenza eccessivamente la vita psichica e mentale, al punto da impedire alla persona di evolvere, di seguire idee e intuizioni. Potremmo svoltare, ma poi, in automatico, perdiamo di vista “l’idea” e ricominciamo con la solitaroutine.
La routine è sempre dietro l’angolo…
In ogni situazione si può cadere vittima di questo meccanismo di ruotine che azzera le novità. La vita di coppia, ad esempio: si promette all’altro che non si terrà più un certo atteggiamento sgradito, ma basta dormirci sopra per svegliarsi come una tabula rasa e riprendere con la medesima routine. La vita sociale: si intuisce che il proprio modo di fare espone il fianco ai manipolatori, ma quando ci si trova nella situazione tipica ci si comporta al solito modo.
La vita interiore: si approda a una visione nitida di un problema, ma poi si riprende esattamente come prima, cadendo nella solita routine. Ma che cos’è davvero il reset? La psicanalisi lo spiega come un’azione dell’inconscio che tenta di boicottare le scelte innovative della coscienza: una forma di resistenza verso il nuovo perché l’ignoto fa paura, perché non ci si sente pronti o non si è abituati. È una spiegazione sicuramente valida, ma non è completa. Occorre guardare lo stile di vita mentale: la persona vive immersa in un ritmo elevato di azioni e di pensieri concreti e, quando si trova ad aver a che fare con un’idea diversa dal solito, ne coglie al momento l’importanza ma non sa cosa farne, come trattarla, e per la sua mente è più comodo lasciarla andare e restare nellaroutine.
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