mercoledì 23 agosto 2017

Motori interstellari: tra realtà, sogni e fantascienza

È evidente che con razzi a energia chimica, come quelli di oggi, non andremo lontani nello Spazio, e neppure nel Sistema Solare. Per arrivare a Marte ci vogliono mesi, per portare uomini fino a una qualche luna di Giove ci vorrebbero
anni ed anni di viaggio. Un’esplorazione verso altre stelle non è neppure immaginabile, se non con astronavi generazionali.

Per questo la NASA sta (seriamente) studiando altri carburanti e altre propulsioni, capaci di spingere le nostre "astronavi" a velocità ben più elevate di quelle attuali. Nel 2015 l'Agenzia spaziale americana ha assegnato ben tre diversi contratti a società private per lo studio e lo sviluppo di sistemi di propulsione avanzati.

L'energia che possiamo ottenere dai combustibili chimici non ci permette di esplorare il Sistema Solare in tempi ragionevoli per un equipaggio umano.
1: FUTURO PROSSIMO, IL PLASMA. Tra gli studi in corso il più intrigante è il propulsore al plasma, che come carburante usa l’argon. Il concetto alla base di questo propulsore è relativamente semplice e la sua "fisica" è ben nota, ma nella pratica le difficoltà non mancano.

In questo motore il plasma, ossia un gas eccitato (le cui molecole sono state private di elettroni), viene spinto all'esterno ad alta velocità attraverso un ugello. Per effetto della reazione al getto in uscita la navicella viene spinta in avanti, esattamente come avviene con un motore a combustibile chimico.

La differenza sta nel fatto che la spinta del plasma ad argon darebbe all’astronave una velocità tale da coprire la distanza Terra-Marte in settimane, anziché in mesi.

Un rivoluzionario motore al plasma è in fase di test: può portarci su Marte in poche settimane. | ASTRA COMPANY
Il plasma potrebbe essere prodotto in uno di due modi: attraverso l'elettricità, prodotta da pannelli solari, un metodo relativamente semplice che darebbe però al razzo una spinta moderata. Può essere una soluzione per viaggi brevi, per esempio per una navetta di collegamento Terra-Luna. In alternativa si può produrre plasma con un reattore nucleare: si avrebbe così plasma ad altissima energia, che darebbe all’astronave una velocità molto elevata.

I PRIMI PASSI DEL PLASMA sono interessanti: il progetto VASIMR, è attualmente in fase di sviluppo all’Ad Astra Rocket Company (Houston, Usa), che ha beneficiato di un contratto di 9 milioni di dollari per sviluppare, entro il 2018, un prototipo che eroghi almeno 100 kilowatt per 100 ore consecutive. C'è qualche risultato: in un comunicato di poche settimana fa la società ha dichiarato di avere raggiunto e mantenuto la potenza richiesta per ben 10 ore.

Nessun commento:

Posta un commento