giovedì 14 marzo 2019

Albert Einstein: 140 anni, ma che fisico!

Era nato, quando si dice il caso!, proprio nel giorno del Pi greco (14 marzo) del 1879 a Ulma, nel sud della Germania. Parliamo dello scienziato al quale, ormai universalmente, associamo l'immagine del genio. In che modo ha cambiato il modo in cui
guardiamo l'Universo? Tra i suoi meriti, per esempio, c'è quello di avere trovato una spiegazione all'effetto fotoelettrico (ovvero sul perché una superficie, se viene colpita da fotoni con la giusta lunghezza d'onda, emetta elettroni), una conquista che gli valse il Premio Nobel per la fisica nel 1921. 
L'idea di Einstein si basava sulla "quantizzazione" dell'energia già introdotta da Plank e mise i semi per la nascita della meccanica quantistica.

Teoria della Relatività, Einstein, velocità della luce, esplorazione del cosmo
Niels Bohr e Albert Einstein, due padri della teoria dei quanti. Fu in una delle loro discussioni sul significato fisico della meccanica quantistica che Einstein pronunciò la nota frase: “Dio non gioca a dadi”. | WIKIMEDIA COMMONS
CHE FISICO! Tuttavia l'opera (in due atti) più celebre di Einstein è la teoria della relatività.
La prima parte, la teoria della relatività ristretta, venne pubblicata da Einstein nel 1905, il suo annus mirabilis nel quale, nel giro di pochi mesi, pubblicò anche i suoi studi sull'effetto fotoelettrico e l'equazione che associa l'energia alla massa: E=mc².

Con la teoria della relatività ristretta trovò una spiegazione elegante alla costanza della velocità della luce. Cioè sul perché la luce abbia sempre la stessa velocità, sia che la misuriamo andando nella sua stessa direzione, sia che la misuriamo andando nella direzione opposta. Questa nuova concezione di spazio e tempo scalfì l'idea di un Universo statico e assoluto, com'era in Newton, e introdusse il concetto di un cosmo complesso, che in qualche modo dipende dall'osservatore.
Ma fu con la relatività generale, nel 1915, che Einstein si guadagnò un posto tra i padri della fisica. La teoria che aveva elaborato 10 anni prima ora funzionava anche nei sistemi accelerati: Einstein aveva incluso nel suo nuovo e "strano" Universo anche la gravità.

Einstein mostra la lingua al fotografo in occasione del suo 72esimo compleanno. Ecco la storia dietro questa foto | SHUTTERSTOCK
IL MITO. Negli anni '20 la sua popolarità esplose definitivamente ed Einstein si trasformò in una sorta di rockstar scientifica, la prima della storia. Oggi, circa un secolo dopo l'inizio del suo mito, il ricordo non accenna a sbiadire e la sua immagine è ancora il simbolo di intelligenza, l'icona del genio.

Molte frasi estratte dalle sue lettere sono diventate celebri, mentre tante altre citazioni (false, ma verosimili!) gli vengono spesso attribuite anche solo per conferire a un concetto una maggiore autorevolezza. (Se credi si saper distinguere quelle vere dalle false, prova questo quiz.)

Di Einstein sono rimaste celebri anche le sue bizzarrie, come non portare i calzini. Insomma Albert Einstein è sempre più un simbolo dalle mille sfumature, un'icona sfaccettata che unisce il genio, il mito e l'uomo. Tutti noi gli dobbiamo molto!

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