martedì 12 marzo 2019

L'uomo sta erodendo la diversità culturale degli scimpanzé

Diversamente da altre specie animali, gli scimpanzé (Pan troglodytes) mostrano un'incredibile varietà di tradizioni e comportamenti appresi, che si
distinguono tra un gruppo e l'altro. L'uso di strumenti, le strategie per procurarsi cibo, le preferenze alimentari e i gesti scambiati per comunicare si basano in gran parte su informazioni mutuate da altri membri del clan, tanto che ogni popolazione sviluppa un proprio, specifico "patrimonio culturale" per certi versi simile a quello delle comunità umane.

Ora uno studio pubblicato su Science e basato su dati raccolti in quasi 150 gruppi di scimpanzé dimostra che la vicinanza dell'uomo minaccia questa ricchezza di sfumature culturali, perché riduce in modo drastico la trasmissione di abilità e sapere tra questi primati.

La scoperta suggerisce quanto in là possa spingersi l'influenza dell'uomo sulla biodiversità animale, che non include soltanto la ricchezza genetica o di servizi dell'ecosistema, ma anche patrimoni "immateriali" come quello culturale.

Scimpanzé della foresta di Taï (Costa d'Avorio) usano un "martello" di pietra per rompere le noci. | LIRAN SAMUNI/TAÏ CHIMPANZEE PROJECT
VICINI SCOMODI. Così come altri primati, gli scimpanzé risentono della pressione umana sui loro habitat principali. Le foreste tropicali e le aree boscose della savana sono sempre più spesso occupate da terreni agricoli, piantagioni e insediamenti abitati, degradati per la costruzione di infrastrutture o per l'estrazione di risorse naturali.

Un team internazionale di ricercatori guidato da Hjalmar Kühl e Ammie Kalan del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology e del German Centre for Integrative Biodiversity Research, ha raccolto una mole di dati senza precedenti su 31 comportamenti osservati tra scimpanzé in 144 gruppi o comunità disseminati nell'intero areale geografico di questi primati.

DIFFERENZE REGIONALI. Oltre a considerare gli studi scientifici già presenti sul tema, i primatologi hanno anche effettuato, negli ultimi nove anni, osservazioni sul campo in 46 diverse località di 15 Paesi in cui gli scimpanzé vivono. Tra i comportamenti valutati ci sono le tecniche di estrazione e consumo di termiti, formiche, alghe, noci e miele; l'uso di strumenti per cacciare o per scavare in cerca di tuberi, e l'utilizzo di pietre, grotte o pozze d'acqua.
DIVENTARE INVISIBILI. La diversità specifica di comportamenti per ogni area è stata confrontata con la capillarità della presenza umana in quei luoghi (popolazione, strade, riduzione di riserve idriche e copertura forestale, uso del suolo). Nelle aree più toccate dalla vicinanza umana, la diversità culturale nelle comunità di scimpanzé risultava ridotta dell'88%, rispetto alle comunità più isolate.

La prossimità dell'uomo può influire negativamente sulla ricchezza culturale di questi primati in vari modi: perché ne assottiglia la popolazione, perché gli scimpanzé temono di rendersi più visibili a eventuali cacciatori manifestando alcuni comportamenti (come la rottura delle noci), o ancora perché la diminuzione di risorse e la degradazione dell'habitat riducono le occasioni di trasmissione di informazioni da una generazione all'altra.

NUOVE FORME DI TUTELA. Per i ricercatori, le località in cui gli scimpanzé manifestano tratti culturali eccezionali andrebbero tutelate con una protezione ad hoc, e altrettanto andrebbe fatto con le aree occupate da altri animali in cui la trasmissione di comportamenti rivesta un ruolo importante: per esempio per gli oranghi, o le balene.

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