sabato 29 febbraio 2020

Spreco di cibo: le stime sono al rialzo

Lo spreco di cibo nel mondo ammonta a una quantità maggiore di quanto abbiamo creduto: secondo uno studio pubblicato su Plos One e condotto dai
ricercatori della Wageningen University and Research (Paesi Bassi), ognuno di noi sprecherebbe 527 kilocalorie di cibo al giorno (e non 214 come emergeva da precedenti stime della FAO): con quello che buttano via quattro persone, potremmo nutrirne una quinta. Lo spreco di cibo è un problema che si ripercuote soprattutto sull'ambiente: il cibo che sprechiamo incide infatti per circa il 10% sulle emissioni di gas serra, i principali responsabili del riscaldamento glob

SPRECHI E RICCHEZZA. I ricercatori, utilizzando dati raccolti dalla FAO, dalla World Bank e dalla OMS, hanno messo in relazione per la prima volta lo spreco di cibo con il benessere economico e sociale. Hanno scoperto che una volta raggiunta la soglia dei 6,70 dollari di spesa al giorno pro capite, lo spreco di cibo inizia a salire: dapprima rapidamente, crescendo con l'aumento della disponibilità di denaro, poi più lentamente, stabilizzandosi una volta raggiunti alti livelli di ricchezza.
I LIMITI DELLA RICERCA. È importante sottolineare che la ricerca non tiene conto del cibo perso durante il processo di produzione, prima cioè di arrivare al consumatore. Secondo la FAO, ogni anno 1/3 del cibo prodotto viene perso o sprecato, ed è l'unione di queste due quantità che va a formare quello che dall'organizzazione viene definito sperpero alimentare. Bisogna inoltre tenere conto che i risultati si basano sull'accuratezza dei dati utilizzati, che potrebbero però essere incompleti (come nel caso dei paesi a basso reddito, per i quali non si tiene conto dell'agricoltura di sussistenza).

Questo studio rappresenta comunque una base da cui partire per raggiungere gli SDG (Sustainable Development Goals, obiettivi di sviluppo sostenibile) fissati dalle Nazioni Unite, in particolare il numero 12, che mira a garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo, e a ridurre lo spreco alimentare.

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