martedì 7 giugno 2016

Un vulcano "zombie" in Nuova Zelanda

A lungo è sfuggita ai geologi, ma non ha potuto nascondersi dagli occhi dei satelliti: una camera magmatica sotterranea è stata individuata a nord e a ovest della regione vulcanica di Taupo, nell'Isola del Nord della Nuova
Zelanda, in un luogo imprevisto, alla periferia di una zona di intensa attività vulcanica.

Non c'è alcuna indicazione di eruzioni imminenti, ma riserve di roccia fusa come questa potrebbero essere più comuni di quanto non si creda. La scoperta dei ricercatori del GNS Science, un importante centro di ricerca geologica neozelandese, è stata pubblicata su Science Advances.

DIFFICILE DA LOCALIZZARE. La camera magmatica è stata trovata quasi per caso, analizzando i dati radar raccolti da alcuni satelliti, come l'ormai defunto Envisat dell'ESA, nella regione centrale dell'Isola del Nord, interessata da spettacolari panorami vulcanici e da 25 imponenti episodi eruttivi negli ultimi 1,6 milioni di anni.

In base a uno studio del 2015, gran parte della zona vulcanica di Taupo - così è chiamata l'area - starebbe sprofondando, un comportamento che ci si aspetta, da regioni caratterizzate da frequenti eruzioni vulcaniche, che attingono a riserve di magma sotterraneo.

IN CONTROTENDENZA. Ma in un'area a nord ovest di Taupo, la crosta terrestre sembrerebbe invece "risalire", con un trend opposto rispetto alla zona circostante. Analisi più approfondite hanno dimostrato che qui, nella Baia di Plenty, il suolo è lievitato di 5 mm all'anno negli anni '50, e di 12 mm all'anno a partire dalla metà del 2000 (per poi riscendere ai precedenti livelli di crescita).

Per i ricercatori, nel periodo di massima espansione del sottosuolo, si sarebbero accumulati sotto la crosta 9 milioni di metri cubi di magma all'anno, l'equivalente di 3.600 piscine olimpioniche, in una camera magmatica a 10 km dalla superficie.

ANCORA ATTIVA. Non è certo paragonabile alle quantità di magma del supervulcano dello Yellowstone, ma la nuova camera magmatica sarebbe l'ultima arrivata nella famiglia dei "vulcani zombie", chiamati così perché mostrano segni di vita anche quando dovrebbero essere ormai estinti. Grazie alla visione sempre più nitida dei satelliti radar, le scoperte di riserve come questa si stanno facendo sempre più frequenti (ne sono state trovate alcune sotto le Ande).

NIENTE PANICO. Non ci sono al momento indizi di una particolare pericolosità della zona, che ospita città già interessate dai rischi delle ceneri vulcaniche della regione di Taupo. Inoltre, il sollevamento del suolo potrebbe anche dipendere da altre ragioni, per ora sconosciute. La scoperta dimostra, in ogni caso, come il magma possa accumularsi nel sottosuolo con modalità complesse e difficilmente prevedibili.

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