sabato 25 luglio 2020

Oggetti smarriti: cerca ciò che non vedi

Primo: mantenere la calma, ripetendo all'infinito la casa non ruba ma nasconde. Secondo: ri-guardare meglio nel posto dove dovrebbe essere.
Terzo: ripercorrere mentalmente e fisicamente il percorso fatto con quell'oggetto l'ultima volta... Di suggerimenti per ritrovare oggetti che si sa di avere in casa ma che non si riesce a trovare (e la scienza spiega perché capita di più agli uomini) ce ne sono tanti, e sono di certo ben noti a chi è capitato di scoprire le chiavi di casa in frigorifero.

COSÌ FRAGILE. Ma se non funziona nemmeno pensare al colore, alle dimensioni o alla forma dell'oggetto perduto? In aiuto dei più distratti potrebbe essere d'aiuto il metodo suggerito dai ricercatori della Johns Hopkins University (Usa): concentrarsi su caratteristiche fisiche dell'oggetto che non si vedono ma si sentono, come la pesantezza, la durezza del materiale, la fragilità, la scivolosità.
Gli autori dello studio sono partiti da questa premessa: «Noi sappiamo che le uova sono leggere e fragili, mentre i prodotti in scatola sono pesanti e robusti. Infatti, dopo aver fatto la spesa, di solito disponiamo le lattine sul fondo e le uova in cima. La conoscenza di caratteristiche come la fragilità o la pesantezza dell'oggetto che cerchiamo può influenzare la nostra attenzione nella ricerca visiva?».

NEL DISORDINE. Sono stati quindi condotti diversi esperimenti chiedendo ai partecipanti di individuare oggetti di uso comune in una stanza in disordine. Ebbene, i volontari li hanno trovati più velocemente (circa il 20%) se potevano considerare tratti fisici latenti come la durezza o la morbidezza, anche se non erano consapevoli di prenderli in considerazione.

IL MAGLIONE MORBIDO. In pratica, spiegano Li Guo e Jason Fischer, i neuroscienziati che hanno condotto lo studio, «se si cerca un maglione in una stanza piena di oggetti che si distinguono per la durezza dei materiali, lo si trova più facilmente perché si è influenzati da ciò che non si vede: la morbidezza».

Concludono i ricercatori: «Ciò che rende la scoperta sorprendente è che conoscere le proprietà fisiche latenti degli oggetti è sufficiente per guidarci verso di loro. Finora, quasi tutte gli esperimenti di scienza della visione si sono concentrati sulle proprietà visive degli oggetti da cercare, ma ciò che sappiamo sugli oggetti influisce in modo altrettanto importante».

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